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Situazioni Kafkiane alla Rai di Milano

Mi è venuta voglia di raccontarVi della ridicola burocrazia Rai per farVi capire il clima di indifferenza e degrado che il Centro di Produzione RAI di Milano sta attraversando da parecchi anni a questa parte.
Veniamo alla storia, potremmo pure considerarla una barzelletta, se non fosse un fatto realmente accaduto. Tempo fa sono stato convocato da un funzionario nel suo ufficio. Pensando che qualcuno avesse un lavoro interessante da propormi o necessitasse della mie competenze professionali per un parere o una diversa opinione; così ben volentieri ho accettato di recarmi al cospetto di questa persona per ascoltare cosa avesse da comunicarmi. Ancora ignaro di cosa mi aspettasse, ne ho approfittato per porgere al funzionario le mie congratulazioni per la promozione che aveva ottenuto proprio di recente, ma dalla sua espressione mi ero accorto che c'era qualcosa che non andava. Mancavano due o tre giorni a Ferragosto; il mio interlocutore mi aveva detto che per lo meno un mese prima avevo compiuto un atto che la RAI tv ritiene molto grave e così mi viene consegnata una lettera di contestazione firmata dal Direttore del Personale di Roma che sembra si sia accorto che io ho pasticciato la copia di un foglio ad uso interno che riportava gli orari dei miei turni, e degli altri colleghi impiegati nello studio dove realizziamo le riprese per i telegiornali che vanno in onda da Milano. Effettivamente, avevo segnalato a mano il fatto che i nuovi orari criptati in più di un migliaio di codici incomprensibili fossero un sistema più simile ad una presa in giro che ad un metodo intelligente per indicare i turni dei lavoratori.
Dopo esserci scambiati i nostri reciproci pareri sulla questione, il neo-funzionario mi confida che questo nuovo sistema di criptazione degli orari è una grossa complicazione per tutti. Tutti sono piombati nel caos più totale: dall'Ufficio Produzione tv, all'ultimo degli impiegati, ma i dirigenti di Roma avevano deciso che forse prima avevamo vita troppo facile... 
Ad ogni modo, rispondo educatamente per iscritto  nei soliti 5 giorni di tempo e consegno il tutto in una busta (aperta) ad una impiegata dell'Ufficio Produzione tv perché in quei giorni era presente solo lei in azienda. Tutti erano in ferie tranne noi dello studio del TG e pochissimi altri...
Mercoledì 13 settembre, ad un mese esatto di distanza da quei fatti, l'impiegata si scusa con me e mi dice che mi deve restituire la mia lettera di risposta alla contestazione disciplinare perché l'Ufficio del Personale le ha detto che dovevo consegnarla personalmente al dirigente che ha il suo ufficio in via Teulada 66 a Roma...
Ringrazio e riprendo in mano la mia risposta (che comunque l'impiegata mi aveva controfirmato come ricevuta un mese prima...), vado all'Ufficio del Personale di Milano per sapere dove poter protocollare la mia comunicazione alla Rai; ma Vi lascio immaginare la risposta... Ovviamente l'Ufficio Protocollo è stato smantellato da tempo: non ricordo nemmeno da quanti anni, diciamo una decina... e non ci sono altri sistemi ai quali i dipendenti abbiano accesso per certificare comunicazioni, anche solo in forma elettronica.
L'Ufficio del Personale vuole sapere che cosa io abbia da dire al Direttore del Personale romano, rispondo che sono comunicazioni personali... (anche se ho lasciato la busta aperta in Rai in giacenza per un mese...) Così l'addetto dell'Ufficio del Personale di Milano mi dice che allora sono affari miei e lui non ritira un bel niente.
Vado all'ufficio postale interno alla RAI e mi rimbalzano una prima volta; allora vado dal Direttore del Centro di Produzione di Milano che in quel momento è impegnato in altre faccende; parlo con una segretaria e le chiedo come potrei fare per protocollare la risposta alla contestazione sollevatami. Solita storia, non si può accedere nemmeno alla PEC, nessuno si prende responsabilità ed il muro di gomma è il vero protagonista di ogni passaggio di questa poco edificante storia. L'impiegata, nonostante tutto è propositiva e mi dice che sulla rete intranet della RAI posso trovare l'email e il telefono di dirigenti con i quali vorrei comunicare. Visto che sono già sulla porta del suo ufficio, chiedo se almeno può darmi il numero di telefono del suo direttore. Niet, niente di fatto. Chiedo di fissare un appuntamento con il Direttore del C.  di P. di Milano, la segretaria prende nota e io ringrazio, ma naturalmente anche in questo caso non succederà niente nemmeno in seguito; probabilmente avrei più speranze di ottenere un'udienza dal Papa.
Torno all'Ufficio Postale, perché la segretaria mi aveva consigliato anche di fare questa mossa, e finalmente trovo una persona educata e gentile (non faccio il suo nome per non creare problemi a nessuno) che ritira la mia busta, questa volta chiusa, e mi dice di non preoccuparmi che la mia lettera partirà l'indomani mattina per Roma, fuori sacco.
Chiedo a questo signore di controfirmarmi e timbrarmi la mia copia (anche se in realtà ho già una ricevuta dell'impiegata dell'Ufficio Produzione tv che potrebbe comprovare l'avvenuta risposta nei termini previsti dall'art. 7 della Legge 300) per certificarne in qualche modo il passaggio dal suo ufficio e dopo un minimo di contrattazione riesco ad ottenere almeno una timbratura sul mio foglio. 
Vado alla macchina fotocopiatrice per produrre copie cartacee e file elettronici delle ricevute in mio possesso (non si sa mai...) e vedo arrivare trafelato un funzionario molto attivo che mi implora quasi di consegnare a lui la mia comunicazione per il Direttore a Roma. Ovviamente, a questo punto spiego che ho già provveduto all'invio e lamento la chiusura dell'Ufficio Protocollo.
Devo dire che sono stato molto tentato dal punzonare le mie ragioni allo stampone degli orari, almeno allegando lì la mia risposta avrei avuto la certezza che la dirigenza RAI l'avrebbe letta ed io sarei stato finalmente scagionato da questa invereconda e ridicola vicenda.
So che Voi tutti avrete compreso bene il significato e la morale di questi fatti, magari chiedendoVi cosa avreste fatto Voi in questa situazione. Com'è possibile che per la dirigenza RAI sia sufficiente eliminare l'Ufficio Protocollo o nascondere gli indirizzi della PEC per risolvere ogni cosa e lasciare al lavoratore ogni problema? Vi sembra giusto? No, neppure a me ed è per questo che farò in modo di agire per poter segnalare tempestivamente tutto quello che non va e ripristinare le buoni abitudini di un tempo, quando c'era maggior rispetto per le persone, le regole ed il buon senso, anche all'interno della RAI tv di Milano.
E gli orari? Non so dirvi se il merito sia stato del mio intervento, oppure se qualcuno sia pervenuto autonomamente a più miti consigli, ma ovviamente i turni di lavoro criptati sono stati nuovamente scritti sugli stamponi in modo leggibile e chiaro a tutti. WDM

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